Non tutte le tasse sono uguali: L’IVA è di per sé un’imposta fastidiosa, perché non tassa il reddito, ma il consumo. È un’imposta per sua natura regressiva (il contrario di progressiva) che scarica sui cittadini un peso che credo si possa definire ingiusto.
Ancor più ingiusto, a mio avviso, è il meccanismo perverso delle “clausole di salvaguardia”. Vere e proprie bombe pronte ad esplodere, che infatti vanno sempre “disinnescate”.
Qualcuno dovrebbe convincermi che imporre vere e proprie clausole di recessione (sarebbe questo gli effetti di un aumento dell’IVA), sia giusto per salvaguardare le finanze pubbliche. Una nota: la colpa originaria di questa disgrazia, come spesso capita in Italia, è di Silvio Berlusconi. Se la inventarono nel 2011, per ottenere da Bruxelles il via libera alla manovra.
Ma tornando ad oggi, su 29 miliardi di euro di legge di bilancio, 23 dovranno essere impiegati per bloccare questa folle eredità. Solo 6 miliardi verranno spesi per far ripartire l’Italia, e da quanto si legge per qualche altro bonus e incentivo.
Bisognerebbe avere il coraggio, in questo paese, di affrontare le questioni in modo strutturale e non sempre con l’acqua alla gola.
Sul fisco per esempio, ci sarebbero tre cose da fare:
- Abbassare drasticamente l’IVA sui beni primari, alzarla quanto basta sui beni di lusso. E rivedere quali beni stanno in questa o quella categoria (ad esempio, gli assorbenti). In questo modo una tassa fastidiosa potrà acquisire una certa dignità;
- Ridare senso all’IRPEF, rivedere regimi forfettari e speciali, detrazioni, deduzioni e tutto il resto. Un fisco più semplice e molto più progressivo;
- Fare una tassa sul patrimonio dei ricchissimi per finanziare almeno in parte investimenti massicci su infrastrutture, ambiente, energia, scuola e sanità.
Cosa aspettiamo a fare politica?