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La Festa dei Santi, il Presepe, il Rosario e il Crocifisso: i vuoti simboli del nazionalismo italiano

“Io sono Giorgia”.
Piacere, Mattia” .
“Sono una donna, sono una madre, sono una donna, sono italiana, sono cristiana: non me lo toglierete!”
“Ok, grazie e arrivederci”.

Striscia La Notizia ci ha fatto la parodia – postata anche dalla Meloni in persona – e così anche la mia bolla Facebook mi ha proposto queste inutili parole pronunciate dalla leader di Fratelli d’Italia.

Chi vuole togliere qualcosa a qualcuno, se non loro? Loro vogliono negare libertà e diritti, e sempre loro smaronano noi con questa storia del “togliere l’identità”.

Beh, ogni anno è sempre la stessa Storia.

Oggi è il 31 ottobre, e molti bambini si divertiranno a vestirsi in maschera e a fare dolcetto o scherzetto. Una tradizione (che peraltro ha origini irlandesi e molto più remote del cristianesimo) dove chiaramente si innestano tutte le dinamiche consumistiche tipiche di qualunque festa.

Nulla di cui scandalizzarsi, insomma. Nulla di tragico. Ci si può comunque vedere domani a Messa, cara Giorgia, alla Solennità di Tutti i Santi. Temo che non ci sarai, giusto?

Eppure eccole, le voci di questi finti cristiani che si fanno paladini della difesa delle tradizioni contro le feste imposte da altri.

Eccola, la stridula vocina di Mario Giordano in preda al suo delirio che distrugge le zucche in diretta TV. Eccola all’orizzonte, la polemica sul Presepe. Chi non si ricorda di Giorgia che ci mostra tutte le sue statuine, perché da “alberista ho deciso di diventare presepista”?

Eccola, un motivo di sottofondo, la polemica sul Crocifisso nelle scuole che qualcuno vuole toglierci, privandoci della nostra “tradizione”.

Eppure questi difensori dell’identità e della tradizione non conoscono il Vangelo, non vanno a Messa forse nemmeno a Natale (come disse candidamente non molti anni fa Salvini, prima di iniziare a limonarsi i rosari).

Spesso i loro seguaci, a loro volta in prima linea in difesa dell’identità e della tradizione, prendono in giro chi cerca di vivere il Vangelo, considerano i preti un branco di pedofili corrotti e se va bene “credono in Dio ma non nella Chiesa”.

Cioè, credono in un Dio che in realtà è Dio meno la D. È “Io”.

Tutti loro utilizzano questi simboli della fede cristiana come vuoti orpelli per difendere una “tradizione” che probabilmente non esiste nemmeno. Bestemmiano ogni giorno, piegando alla loro propaganda il nome di Dio.

Per favore. Smettetela.

E già che ci siamo, non mettete sullo stesso piano il Presepe, il Rosario, il Crocifisso, le Solennità. Non raccontate che il Crocifisso è un simbolo dell’identità italiana, da difendere contro gli inesistenti attacchi del nemico esterno. Se li definite così svuotate il senso della nostra fede.

Continuate a stuprare, se volete, il tricolore e l’Inno Nazionale, costruite con perizia i falsi miti del vostro nazionalismo. Mi date molto fastidio già così, ma riesco a tollerarvi.

Ma smettetela, vi prego, di offendere la fede di milioni di cristiani che provano – con la fatica, i dubbi, le domande, le cadute di ogni giorno – a vivere nel silenzio il loro rapporto con Dio, nella quotidianità dei fatti il Suo Vangelo.

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